FERROTRAMVIARIA E I MOTIVI DEGLI ALLAGAMENTI


 

Bari, 19 Novembre 2019 - In occasione dell’alluvione del 12 novembre scorso sono stati diramati comunicati con i quali, approfittando della eccezionalità degli eventi meteorologici che hanno interessato anche altre zone di Italia, come Matera e Venezia, sono state addebitate dalla stampa a Ferrotramviaria responsabilità in maniera del tutto arbitraria, fornendo inoltre una rappresentazione delle situazioni del tutto distorta. 

In particolare, l’attenzione è stata concentrata sul recente sottopasso di Via Lama di Grazia a Corato, realizzato a marzo di quest'anno da Ferrotramviaria, in occasione delle opere di raddoppio della tratta ferroviaria Corato-Andria sud in corso di realizzazione.

Originariamente l’opera esistente era di dimensioni maggiormente ridotte (larghezza carrabile di soli 4,40 metri per il doppio senso di circolazione, pari a 2,20 metri per senso di marcia, due cordoli laterali di appena 30 centimetri, e altezza utile di 3,15 metri all’imposta dell’arco ribassato) ma l’Amministrazione Comunale, all’epoca della redazione del progetto esecutivo, aveva chiesto di cogliere l’occasione del raddoppio della linea ferroviaria per allargare la sezione stradale, anche per favorire lo sviluppo futuro delle zone a valle.

La Regione aveva condiviso la richiesta e si è dunque proceduto alla redazione del nuovo progetto che è stato approvato dall’Amministrazione Comunale prima della realizzazione delle opere.

Il nuovo manufatto, realizzato a marzo 2019, è quello visibile nelle foto e nei video riportati in alcuni articoli e presenta una larghezza della carreggiata di 8,00 metri (2 corsie da 3,50 metri con relativa banchina da 50 centimetri) con luce netta tra i piedritti di 13,00 metri (rispetto ai 5,00 metri del sottopasso precedente), e tale da garantire una luce libera lato città di 4,10 metri (a fronte dei 3,15 metri del precedente sottopasso) costante per tutta la larghezza della carreggiata stradale, consentendo di fatto a tutti i mezzi, anche quelli pesanti, di transitare agevolmente e contemporaneamente, evitando di dover effettuare un transito a senso unico alternato come succedeva in precedenza.

È bene precisare che nella progettazione si è dovuto tenere conto anche dei vincoli al contorno, quali la livelletta della linea ferroviaria che non poteva essere modificata e la pendenza per lo scolo delle acque, al fine di evitare che l’abbassamento della medesima non comportasse il ristagno delle acque sulla piattaforma stradale.

Il sottopasso, una volta realizzato, è stato restituito all’Amministrazione Comunale che ne cura la gestione e che non ha evidenziato in questi mesi criticità in merito all’opera stessa, se non per alcuni lievi ristagni d’acqua che si presentavano a conclusione degli eventi meteorici, che però sono stati tempestivamente risolti dall’impresa appaltatrice su indicazione della direzione lavori. Ne è riprova il fatto che alla fine dell’evento meteorico del 12 novembre scorso il sottopasso si presentava privo di ristagni d’acqua.

Negli articoli pubblicati online si faceva notare l’abbondante flusso d’acqua attraversante il sottopasso, come se la causa dell’alluvione fosse addebitabile a Ferrotramviaria. Volendo essere obiettivi e dare informazioni corrette alla cittadinanza, si sarebbe invece dovuto far notare che il

 

battente d’acqua, anche in questa situazione eccezionale, si è mantenuto comunque limitato, tanto che i marciapiedi laterali erano visibili e percorribili e ciò a significare che il livello dell’acqua sul piano stradale era al massimo di circa 20 cm, come si nota nei video dove gli autoveicoli transitano senza alcun problema.

Nel video è stato anche fatto notare un tombino aperto a causa della forte pressione dell’acqua. Il tombino in questione era già preesistente prima della realizzazione del nuovo sottopasso e Ferrotramviaria non ha modificato l’esistente condotta di scarico che, è bene precisare, è gestita dall’Amministrazione Comunale.

Infine, si vuole sottolineare che tutta l’acqua che arriva al sottopasso proviene dalla città, che in quella giornata ne era stata completamente invasa e pertanto, anche grazie al nuovo sottopasso ampio 2,5 volte di più di quello esistente, il deflusso delle acque è stato facilitato e reso molto più rapido. Ciò sta a significare che l’opera ha apportato un notevole miglioramento sia dal punto di vista dei flussi veicolari sia dal punto di vista dello smaltimento delle acque meteoriche in casi di eventi eccezionali.

Relativamente al sottopasso pedonale della stazione ferroviaria di Ruvo, come appare dalle immagini diffuse, le quali evidenziavano l’allagamento per un’altezza di circa un metro, si può facilmente notare che l'acqua ivi presente non è trafilata per infiltrazione (circostanza che sarebbe potuta essere addebitabile a Ferrotramviaria) bensì è entrata dall'ingresso principale della stazione lato strada, attraversando anche i binari, tant'è che in alcune foto si vedevano bottiglie di plastica galleggianti. Anche le foto che ritraggono la sala d’attesa allagata della medesima stazione sono situazioni provocate dall’acqua proveniente dalla città, trovandosi la ferrovia in una zona più a valle rispetto alla stessa. Pertanto, l’allagamento della stazione è stato causato dalla mancata intercettazione dell’acqua a monte, compito che ovviamente spetta all’Amministrazione Comunale e non certamente a Ferrotramviaria che in tale contesto ha subito soltanto dei danni economici e di immagine.

Si auspica, pertanto, per il futuro una collaborazione da parte di tutti, affinché si forniscano contributi positivi e si dia una descrizione oggettiva dei problemi del territorio per cercare di migliorarlo, senza fomentare livore nei confronti di soggetti (persone fisiche e giuridiche) che si impegnano sul territorio cercando di migliorare le infrastrutture e la mobilità della popolazione.

La critica distruttiva da parte di alcuni non aiuta certo a risolvere i problemi. Piuttosto che creare un clima negativo, sarebbe opportuno concordare azioni congiunte e sinergiche per individuare le vere cause dei problemi e trovarne insieme le soluzioni, al fine di migliorare le condizioni di vivibilità delle nostre città, del nostro territorio e di tutti i cittadini.

Pubblicato il 20/11/19

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